venerdì 30 gennaio 2015

Gismondi non ci sta e rilancia le accuse di Antonelli.



Riceviamo e pubblichiamo la replica dell'ex Sindaco e Consigliere Comunale Gastone Gismondi al Presidente del Consiglio Comunale Wlater Antonelli (leggi l'articolo)

Caro Antonelli, pur volendo crederle circa la presentazione della mozione, che a Suo dire è stata protocollata il 12.08.2013, mi sembra di capire che la stessa non è mai approdata in Consiglio Comunale.
Le ricordo che ai sensi del 2° comma dell’art. 39 del TUIL, la formazione dell’ordine del giorno del Consiglio Comunale è demandata al Presidente e non al Sindaco e, con animo sereno, sono nelle condizioni di dover rispedire al mittente le Sue accuse di calunnia.
Semmai, visto che l’allora Presidente del Consiglio Comunale è molto intimo alla Vostra compagine politica, La invito a rivolgere ad egli ogni e qualsiasi rimostranza.
Nel ribadire con forza che il sottoscritto non ha mai preso visione della Sua mozione, un consiglio però, caro Antonelli, mi sento di darle, visto che auspica un confronto politico e sereno, giustamente basato su principi etici ed educazione, valori questi che sento miei ed ai quali mi sono sempre inspirato.
Sia più sereno, rispetti di più le persone ed il prestigioso ruolo che ricopre in seno al Consiglio e – soprattutto - faccia suo il vecchio precetto che vuole non si faccia ad altri ciò che non si ama per se stessi; la calunnia - una cosa da vili che denota vigliaccheria ed è lo specchio di un animo abietto ed ignobile - ferisce le persone, soprattutto quelle per bene : il sottoscritto, o lo stesso Presidente della Casa di Riposo, e con essi la cittadinanza tutta, mi creda, la rispetteranno di più.

Gastone Gismondi

Abbiamo chiesto una Commissione che facesse un'operazione Verità...è stato partorito un topolino!!!



Riceviamo e pubblichiamo un articolo del Movimento 5 Stelle Montegranaro

Avevamo chiesto una commissione che accertasse le responsabilità tecnico politiche che hanno generato i numerosissimi debiti fuori bilancio (vedi il testo della mozione) :
Hanno partorito un topolino.
Avevamo chiesto alcuni emendamenti (clicca per vedere gli emendamenti) alla proposta della maggioranza (vedi il testo della proposta di maggioranza) per rendere questo topolino un qualcosa di somigliante ad una commissione che potesse fare un’operazione verità !!!! Li hanno tutti bocciati.
Probabilmente la trasparenza negli atti amministrativi e politici del passato che hanno generato i debiti, tema dominante dell’ultima campagna elettorale, non è una priorità.
Bisognerà aspettare la prossima campagna elettorale, fatta di nuove accuse e sospetti, per poter aggiungere ancora piccoli tasselli ad un puzzle di cui ognuno degli attori protagonisti detiene alcuni pezzi? Noi crediamo di no!!! 

Antonelli esige le scuse di Gismondi e auspica un clima più disteso



Riceviamo e pubblichiamo dal Presidente del Consiglio Comunale Walter Antonelli.

Credo sia evidente che a Montegranaro oltre alle emergenze sul lavoro, la frana viale Gramsci, va aggiunta la necessità di recuperare un confronto politico sereno basato su valori etici e di educazione.
Non può un consigliere comunale calunniare il Presidente del  Consiglio nella sua veste istituzionale sulla base di bugie come ha fatto Gismondi nel Consiglio del 18 dicembre scorso affermando, deridendo, che il Presidente non ha mai presentato una mozione sulla riduzione del numero degli assessori.
I fatti smentiscono questa versione. Come risulta dagli atti quella mozione è stata da me protocollata il 12 agosto 2013 e a norma di statuto andava portata al Consiglio Comunale del 27 settembre 2013.
Queste falsità trascendono la critica politica, ed alimentano nella piena malafede un attacco di una violenza inaudita alla mia persona. Esprimono disprezzo e mostrano intenti diffamatori, degenerando anche pesantemente nell’insulto personale. Mi sento amareggiato e deluso, mi sarei aspettato dal Gismondi le scuse pubbliche così come pubblicamente mi ha calunniato, non per altro per il rispetto per il mio ruolo istituzionale. Mi auguro che parta al più presto una nuova stagione politica proficua e produttiva nell’interesse di tutta la cittadinanza.

Walter Antonelli

Sono operativi i nuovi volontari di Arkeo



Si sono riuniti ieri sera (nonostante numerose assenze dovute a mali di stagione), presso la sede di Arkeo, i nuovi volontari accompagnatori dei beni culturali montegranaresi. La riunione, strettamente operativa, è servita per stabilire la turnazione del primo semestre del 2015, che vedrà impegnati i volontari nelle aperture mensili di Sant'Ugo e nelle aperture straordinarie che si decideranno di volta in volta, compresa la consueta apertura per Veregra Street nonchè per servizi di accompagnamento dei turisti nel territorio. Al gruppo che ha partecipato al seminario tenuto da Sabina Salusti si sono aggiunti nuovi volontari (per i quali si predisporrà un corso apposito) portando il numero complessivo delle unità disponibili a venti volontari.
È davvero una gioia vedere che ci sono tante persone appassionate delle cose belle di cui il nostro paese dispone e disposte a impegnarsi e sacrificare parte del proprio tempo libero perché queste vengano valorizzate. Il gruppo rimane aperto a chiunque voglia aggiungersi in qualsiasi momento perché più siamo più servizi possiamo fornire. Grazie a tutti i nuovi arrivati e buon lavoro.

Luca Craia

giovedì 29 gennaio 2015

Le Vergare - Aggiornamento al 29/01/2015







Scoppia l’amore in Stranamore? Ce lo dirà la Casa di Riposo.



Vi ricordate quanti sconquassi, terremoti addirittura, preannunci di ecatombe c’erano stati durante i primi mesi di governo della Giunta Mancini? Che fine hanno fatto i malumori, i mal di pancia, le esternazioni feroci sui giornali (e su questo blog), gli intenti bellicosi, i voti semicontrari? Tutto rientrato? Tutti d’amore (stranamore) e d’accordo? Dubito.
Dubito perché i silenzi in politica parlano, a volte, più delle parole, specie quando seguono parole precise, specie quando, in certi ambienti, comunque le voci si ricorrono. C’è un confine temporale da superare per fare il vero test di tenuta della maggioranza e ci stiamo avvicinando a grandi passi: il rinnovo del Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo. Sarà un atto politico difficile, anche perché illecito nei tempi (il Consiglio di Amministrazione non è scaduto e c’è da augurarsi che il Presidente Melchiorri faccia valere le sue ragioni, sia per completare il buon lavoro fatto fino a oggi sia per ribadire un principio di legalità). Sarà difficile, però, soprattutto perché ci sarà battaglia per le nuove nomine. Anzi, probabilmente la battaglia è già in atto ma noi non lo sappiamo.
Un posto in Consiglio di Amministrazione è appetibile per molti, non tanto per gettoni o rimborsi quanto per il prestigio. E non solo: la Casa di Riposo muove persone, ospiti e dipendenti, può fare accordi economici importanti, gestire il personale in modi diversi. Può fare, in breve, politica a largo raggio, dove per politica si intende quell’insieme di meccanismi che esulano dal rapporto eletto/elettore. A volerlo più di tutti, pare evidente ma lo dicono anche voci insistenti, sembra siano il Presidente Antonelli e il solito gruppo di Ubaldi, non pago di aver già raccattato più di quanto il suo peso elettorale (per quanto ci si affanni a far credere il contrario) possa consentire. Si tratta di inserire uomini vicini in posti chiave; del resto la politica, quella antica, quella che faceva la vecchia Democrazia Cristiana (ma la faceva meglio), funziona così.
Ed ecco che si pacificano i ribelli: la De Luca, che fece quasi cadere la maggioranza sulla votazione per la variante Bisacci, sembra si sia in qualche modo accontentata. Antonelli e Ubaldi attendono il rinnovo delle cariche. E quando questo ci sarà, probabilmente, qualcuno resterà  scontento. Vedremo. Intanto c’è Basso (quello anziano) che è pronto a stampellare la maggioranza. In cambio di cosa non sappiamo, ma certamente non per scopi umanitari.
E il Pd? Sembra appagato dalla vicepresidenza di Perugini alla Provincia, non pare vogliano di più ma chissà, probabilmente qualche pretesa l’avranno anche loro. Sembra però che preferiscano lasciare gli scranni alti agli altri, se non altro proprio per sopire le intemperanze e i malumori e tenere insieme questo strano puzzle amministrativo.
E Sel? Incomprensibile, almeno per ora, il loro atteggiamento. Non sembrano della partita, non chiedono nulla, sono stati trattati a pesci in faccia e, ciononostante, rimangono “fedeli” alla loro maggioranza. Eppure questa maggioranza l’hanno fatta traballare fin dall’inizio. Eppure questa maggioranza non è propriamente inquadrabile in una politica di “sinistra”: non c’è collegialità, non c’è scambio con la cittadinanza, non c’è una politica sociale che possa essere definita tale. C’è, invece, una componente di destra molto forte. La domanda è: che ci fanno lì in mezzo?
Il rinnovo delle nomine è molto vicino: già a febbraio dovremmo cominciare a vedere i primi movimenti. Ci sarà da divertirsi? Probabile.

Luca Craia

mercoledì 28 gennaio 2015

La Memoria - di Anna Lisa Minutillo



La corsa della vita che si ferma per un minuto a ricordare l'orrore che altri uomini hanno dedicato ai loro simili, la fretta di ripulirsi l'anima per poi continuare imperterriti coperti sotto differenti spoglie ad uccidere donne, ad abusare di bambini, a massacrare di botte chi protesta per un lavoro di cui viene ingiustamente privato, a perseguitare chi la vede in modo differente da noi che si tratti di ideali religiosi, politici, di scelte sessuali, di ambiente deturpato che poi ad ogni evento naturale ci chiede il conto crollandoci addosso un conto che diventa sempre più salato da pagare e da cui sono tutti bravi a prendere le distanze piuttosto che rendersi disponibili a scavare fra le miserie di questa vita che viene resa misera da chi di amare qualcosa o qualcuno proprio non ne vuole sapere.
Ci dimentichiamo velocemente del male altrui, di quanta sofferenza ancora ci circonda fra le corsie degli ospedali, nelle stazioni di notte, sulle panchine della vita che di vita non profumano più... Neanche l'orrore. la bestialità, le atrocità hanno saputo renderci migliori, alcuni addirittura ne prendono le distanze pensando che siano solo frutto di fantasie che neanche uno scrittore horror dei più "bravi" sarebbe stato in grado di avere pur di negare l'evidenza, ciò che abbiamo davanti agli occhi quotidianamente quando non tolleriamo di dover attendere che un diversamente abile attraversi la strada e strombettiamo perché abbiamo fretta, dobbiamo correre, ma correre ma dove poi?
Non ci accorgiamo neanche che abbiamo costruito città intere senza fermarci un solo attimo a pensare che non tutti hanno il dono della vista, di poter deambulare autonomamente, di poter usare le braccia come gli altri. Siamo solo capaci di erigere muri, di prendere le distanze, di dire: non è colpa mia! E così torniamo ad essere fagocitati dalla nostra vita che non può attendere, che si è lavata la coscienza perché per un minuto, un minuto solo ha pensato, non ha perso la memoria.
Distratti viandanti del mondo quel minuto dovrebbe essere un minuto di pura VERGOGNA! e dovrebbe durare molto di più. Non ci saranno post che tengano se dopo averli letti torneremo ad essere le solite persone che eravamo prima, li voglio vedere svegli, attivi, presenti, creativi, disponibili, accoglienti, speranzosi, fieri, umidi e vivi quegli sguardi allora si che dopo aver perdonato noi stessi riusciremo davvero a fare qualcosa ORA per questo mondo altrimenti il dono che abbiamo non sarà servito a nulla e nessuno si potrà ricordare di noi perché sarà tardi per troppe cose......

martedì 27 gennaio 2015

Auschwitz (canzone del bambino nel vento)

A che serve il Giorno della Memoria?



A cosa serve il giorno della memoria? A cosa serve ricordare l’olocausto anche se sono passati decenni? A cosa serve celebrare questa giornata, riportare alla memoria gli orrori dell’ultima guerra mondiale, rivedere quelle foto ingiallite, sfocate, vecchie, riascoltare ancora una volta le testimonianze? Ancora serve?
La memoria deve essere collettiva. Non può essere di una o di un’altra parte politica. Ricordare cosa è accaduto a milioni di ebrei serve a evitare che questo si ripeta, a creare una coscienza collettiva che ripudi e aborrisca ogni forma di violenza. La memoria dell’olocausto deve accomunare tutti gli olocausti, sia quello più terrificante che è stato quello nazi-fascista che quelli che si sono succeduti nella storia senza sosta fino a oggi e tutte le stragi condotte in nome di un’ideologia. Ha senso celebrare il Giorno della Memoria solo se questo riesce a unire persone di diverse estrazioni politiche e culturali in un’univoca condanna della violenza politica.
Oggi purtroppo questo ancora non accade e ogni anno assistiamo alla stucchevole gara nel confrontare quale sia la violenza più grande della storia: l’olocausto degli ebrei, le foibe, le stragi del regime comunista sovietico, i genocidi razziali, per giungere alla politica attuale, in particolare a quella medio-orientale, usando le violenze riconosciute di una parte come per giustificare le violenze dalla stessa parte subite in passato.
Questa mentalità è perversa. Questa mentalità è la stessa che portò Hitler alle politiche di sterminio razziale. Questa mentalità è pericolosa perché ancora giustifica la violenza e, quindi, giustificherebbe chi la pratica per sostenere idee comuni.
Anche a questo serve il Giorno della Memoria: a evidenziare quali sono, ancora oggi, le posizioni pericolose e a distinguerle dalla mentalità positiva e costruttiva. Serve a mettere a nudo i violenti, siano essi solo culturalmente tali. Serve a isolarli. I nostri giorni stanno facilitando la cultura della violenza. Il Giorno della Memoria serva a ricordarci quali possono essere le conseguenze di queste culture e queste mentalità.

Luca Craia

lunedì 26 gennaio 2015

Il La Perla e le promesse disattese




Non è solo il palazzetto dello sport a essere fortemente in ritardo rispetto a quanto garantito dall’Amministrazione Comunale di Montegranaro. Non dimentichiamoci il nostro cine-teatro. Doveva essere pronto a inizio 2015 ma, alla fine di gennaio, ancora non si parla nemmeno di far partire i lavori. E i lavori non sono semplici da fare, richiedono tempo.
Il teatro fu chiuso dal Commissario Prefettizio perché non corrispondente alla normativa antincendio. Sembrava cosa banale e sistemabile in poco tempo ma, conducendo dei sopralluoghi più approfonditi, ci si è resi conto che, invece, il problema è ben più serio e comporta delle criticità strutturali notevoli, come per il bellissimo lampadario centrale, quello che simboleggia in qualche modo il teatro stesso, che sembra essere fissato in maniera non idonea e, quindi pericolosa. Quindi i lavori di messa a norma sono diventati più complicati e lunghi da eseguire e, anche partissero domani, richiederebbero qualche mese. Va comunque detto che la situazione era già nota prima delle elezioni.
Certamente non si farà in tempo per il concerto programmato dall’Associazione Amici della Musica per domenica 8 febbraio, data in cui doveva suonare l’Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta dall’ottimo Alessio Allegrini proprio nel nostro teatro, cornice perfetta per un evento di tale importanza. Invece il concerto sarà dirottato al solito Auditorium Officina delle Arti dove l’orchestra riuscirà a sistemarsi, magari un po’ stipata, e supplire all’indisponibilità del teatro principale.
E chissà se si farà in tempo per lo spettacolo di Ascanio Celestini, programmato per il 24 aprile. La vedo molto dura perchè i lavori dovrebbero durare appena tre mesi, compreso smontaggio e rimontaggio delle suppellettili e relative pulizie. Considerando la velocità con cui si procede di solito in questi casi ci vorrebbe un miracolo.
Direi, quindi, che siamo di fronte all’ennesima promessa non mantenuta, che si somma a quella del palazzetto (e a molte altre inserite nel programma elettorale). Di chi sarà la colpa ora? Dell’impresa? Del Commissario? Della passata amministrazione? O magari mia, che impegno troppo qualche amministratore sui social network e gli impedisco di concentrarsi nell’amministrare?

Luca Craia


domenica 25 gennaio 2015

La maggioranza vendicativa e l’ira del farmacista


Avevo capito che c’era stato un accordo tra le farmacie e il Comune per tornare alla turnazione senza Monte Urano ma, evidentemente, mi ero sbagliato. In realtà pare che la cosa sia stata imposta dall’alto, senza sentire il parere di chi, poi, questi turni li deve fare mentre sindaco e assessori dormono al calduccio. Mi era anche parso di aver capito che questa amministrazione avesse intenzione di fare un punto fondamentale del proprio operato della concertazione e del confronto tra Comune e cittadini (ivi compresi anche gli operatori economici) ma anche qui mi pare di aver sbagliato. Del resto in questi primi mesi di vita l’amministrazione Mancini si è confrontata davvero poco con la cittadinanza e non sembra avere intenzione di cambiare registro (vedi il bilancio non più partecipato, ad esempio). Tant’è che i farmacisti, molto democraticamente, sono chiamati a lavorare di più di notte: deciso dal Sindaco e non si discute.
E anche Bisacci: ma su! Come si fa a pensare che questa possa essere una vendetta della giunta perché il farmacista più noto della città a quanto pare sta aprendo un contenzioso col Comune per la politicamente incredibile storia della variante al piano regolatore. Come si fa a pensare che questa amministrazione sia anche minimamente vendicativa, piccosa, irascibile. Solo perché sono più dediti a litigare coi cittadini che ad ascoltarli? Solo perché stanno facendo dell’approvazione di norme a ridosso di provvedimenti che possano creare disagio a qualcuno non troppo vicino a loro una prassi (vedi caso Venanzi)? Suvvia, magari saranno un pelino permalosi, ma vendicativi? Come si fa a pensarlo? (per chi non ci arriva, e sono tanti, sono sarcastico).

Luca Craia

sabato 24 gennaio 2015

Tutti in divieto di sosta nel centro storico. Parola di vicesindaco.



Ha segnato un punto importante a suo favore nella sua personalissima battaglia contro il cittadino Luca Craia il vicesindaco Endrio Ubaldi, tramite il suo fedelissimo gruppo Gioventù Libera che ha pubblicato la foto della mia macchina che io stesso (vedi quanto so’ fesso) ho fornito loro. E, in effetti, è un autogol il mio. Del resto non ho mai saputo giocare a pallone, a scuola andavo a porta perché lì limitavo e danni e comunque anche lì… ma vi sto annoiando.
Hanno ragione i giovani fedelissimi al vicesindaco: la mia macchina, codice alla mano, in quella foto è in divieto di sosta. E più o meno c’è sempre, perché o lì o da un’altra parte, parcheggiare nel centro storico equivale a violare il codice della strada. Il punto, cari amici residenti del centro storico, è che in divieto di sosta ci stiamo tutti, per cui il Vicesindaco, nella sua immensa saggezza e lungimiranza, ha forse trovato il sistema per sanare le casse comunali.
Perché nel centro storico non puoi fare a meno di parcheggiare contro un muro o a meno di cinque metri da un incrocio, non lo dico per giustificarmi ma perché sono tutti muri e incroci e quindi puoi solo fare in modo di non iltralciare il transito. Questo evidentemente i ragazzi di Gioventù Libera non lo sanno perché giovani e non hanno mai avuto modo di mettere piede nel paese vecchio. Ma pare che non lo sappia neanche il vicesindaco che, a quanto pare, calcola con loro la multa da affibbiare a noi residenti del centro storico. E la dovremo pagare, cari amici, perché è giusto che sia così. Oppure parcheggiamo lungo via Risorgimento dove, pare, si può parcheggiare come ognuno meglio crede. E aspettatevela, la multa, perché il vicesindaco è uno che mantiene quello che promette. O no?

Luca Craia

Lettera dell'agosto 2014 per richiedere la regolamentazione dei parcheggi nel centro storico. La lettera è indirizzata al Sindaco. Evidentemente il vicesindaco non l'ha mai letta. Per farmi leggere dal vicesindaco devo per forza scrivere su Facebook.

venerdì 23 gennaio 2015

Le Vergare - aggiornamento al 23/01/2015







Rivalutazione del centro storico pro forma

Leggo e rimango piuttosto perplesso riguardo le ultime strategie messe in atto dall’Amministrazione Mancini e dall’assessore al centro storico Beverati per risolvere l’annoso problema del degrado del paese vecchio. Rimango perplesso perché mi danno la nettissima sensazione che non esista un progetto preciso ma che vengano messe in atto iniziative estemporanee e fondamentalmente inefficaci soltanto allo scopo di fornirsi un alibi e dire “noi ci abbiamo provato”.

L’idea delle agevolazioni a chi intenda ristrutturare e abitare case del centro storico è molto evidentemente un palliativo. Tutti sappiamo quanto costi una ristrutturazione di un vecchio stabile: molto di più rispetto a immobili recenti. Aggiungiamo lo scarsissimo valore di mercato che gli stessi hanno unito alla condizione di degrado dell’intero quartiere ed ecco che diventa legittimo chiedersi chi possa essere tanto pazzo da investire in un contesto simile solo perché il Comune fornisce agevolazioni monetizzabili in pochi spiccioli.
Stesso ragionamento vale per l’iniziativa legata al commercio. Incentivare l’apertura di un’attività imprenditoriale nel centro storico, oltretutto con cifre talmente irrisorie da sembrare ridicole, senza trovare soluzioni per il degrado, la sporcizia, il progressivo spopolamento è inconcepibile. La contingenza economica generale già di per sé sconsiglia l’apertura di nuove attività a meno che le stesse non siano ubicate in posizioni altamente strategiche. L’avviamento di qualsivoglia attività economica in un contesto come quello del centro storico di Montegranaro, nella sua condizione attuale, sembra essere un suicidio imprenditoriale e null’altro.
Infine l’acquisizione a costo zero di un vecchio opificio sito nel centro (non so quale, mi limito a considerare il concetto in astratto) per trasformarlo in un fantomatico centro sociale pare un’assurdità. Il Municipio versa in condizioni disastrose, il teatro Novelli potrebbe andare perduto da un momento all’altro, ci sono stabili cadenti e pericolosi che fanno collassare il valore di mercato di qualsiasi altro edificio e sconsigliano qualsiasi investimento nel quartiere e il Comune pensa di poter spendere soldi per la creazione di un centro sociale. Delle due l’una: o non si ha la minima cognizione del problema o si vuole gettare fumo negli occhi.
Intendiamoci: le iniziative di cui sopra sarebbero valutabili più che positivamente se inserite in un contesto di interventi più ampio e articolato del quale questi possano essere aspetti da curare in seconda battuta. Ci sono priorità improcrastinabili, come gli edifici cadenti, le abitazioni abbandonate e destinate anch’esse a diventare un problema, lo stato di incuria generale, l’esigenza di un controllo sociale più efficace. Una volta avviato un processo di “normalizzazione” del quartiere, allora si può pensare a incentivare gli investimenti. 
Eppure Beverati un progetto ce l’aveva e non era affatto male. Era un buon piano di rilancio, quello che presentò soltanto sei anni fa quando era candidato sindaco. E durante l’ultima campagna elettorale lo ha più volte ritirato fuori come linea guida delle sue intenzioni per il centro, pur dovendolo ridimensionare per questioni economiche. Che fine ha fatto quel progetto? Che fine ha fatto quella visione di insieme che sembrava avere e che è imprescindibile per risolvere il problema dei problemi di Montegranaro? Torno a ribadire che una città che lascia morire il proprio centro storico, quindi la propria memoria e il proprio cuore, è una città destinata a morire. Queste iniziative assomigliano a una cura palliativa per un malato terminale della cui sopravvivenza, ormai, si è abbandonata ogni speranza.

Luca Craia


E la giornata della memoria?



Anche quest’anno il 27 gennaio cade la Giornata Mondiale della Memoria, la data in cui il mondo commemora le vittime dell’Olocausto per mano dei regimi nazi-fascisti, non tanto per la commemorazione in sé che pure ha un suo valore importante, quanto per fissare nella mente e nella coscienza collettiva il momento più buio della storia dell’umanità e fare in modo che l’uomo mai più cada così in basso.
E anche quest’anno mi arrovello per cercare informazioni sulle iniziative intraprese a Montegranaro, in particolar modo dal Comune, ma non riesco a trovare nulla. Gli anni passati mi ero rassegnato: con il succedersi di amministrazioni di cultura decisamente di destra avevo capito che si preferiva glissare e lasciare che la data scorresse e il calendario cambiasse foglio. Ma ora c’è un’amministrazione che fa riferimento, per larga parte, al centro sinistra e a ben altri valori. Mi aspetterei qualche manifestazione, un’iniziativa, qualcosa insomma. Invece, ad oggi, non sono a conoscenza di qualsivoglia proposta per celebrare degnamente la Giornate della Memoria anche da noi. Magari qualcosa c’è in programma, ma mancano pochissimi giorni e, se non è stata promossa fino ad ora, un’eventuale promozione affrettata equivarrebbe quasi a non farla. O forse non c’è davvero nulla in programma, chissà. Chissà che la componente di destra di questa amministrazione, che è minoritaria ma pesante politicamente e, soprattutto, è di destra ma di destra sul serio, avrà fatto valere il suo peso? Del resto il negazionismo è quasi bibbia in certi ambienti. Ora che ci penso, non solo in ambienti di destra, mi pare.

Luca Craia

mercoledì 21 gennaio 2015

Strane concezioni di democrazia



C’è una nuova concezione di diritto d’opinione, di libertà di espressione, di facoltà di criticare che viene ripetutamente espresso dalla destra di governo cittadina, ivi compreso il suo più alto esponente nonché seconda carica comunale, il Vicesindaco. Secondo questa visione chi non si è candidato non avrebbe diritto di criticare. Più di una volta ho letto sui social di personaggi della suddetta area politica che apostrofavano utenti in disaccordo con loro con frasi del tipo: “allora candidati e poi ne riparliamo” o “perché non ti candidi e ci pensi tu”. Lo stesso Vicesindaco ha più volte redarguito il sottoscritto ricordandogli le sue “scarse performance” elettorali del passato (1990 e 1995 – ndr) e confrontandole con le sue certamente più alte prestazioni. Lo scopo sostanziale è quello di dire che, se vogliamo permetterci il lusso di dire la nostra, di criticare chi ci governa o anche soltanto dare un’opinione in dissonanza con la loro, dobbiamo prima presentarci alle elezioni e poi, eventualmente se eletti, discutere in sede istituzionale. Altrimenti silenzio.
Ebbene non è questa la democrazia. Capisco che una certa destra faccia anche fatica a ragionare in senso democratico, ma la democrazia rappresentativa, quella che abbiamo in Italia o che, per lo meno, ci fanno pensare di avere, non da obbligo al cittadino elettore di fornire una delega in bianco all’eletto per la durata del suo mandato privando lo stesso elettore, in questo periodo, di ogni facoltà di critica. Il candidato eletto viene delegato dall’elettore a svolgere la sua funzione ma l’elettore, tramite l’opposizione o in forma diretta può, anzi, dovrebbe controllarne l’operato e manifestare il suo eventuale dissenso liberamente. Di conseguenza l’eletto dovrebbe ascoltare con spirito costruttivo e di servizio l’opinione degli elettori anche quando questa è totalmente in disaccordo con il suo operato.
Del resto, se tutti i cittadini che si occupano di politica (che sono sempre troppo pochi, purtroppo) dovessero candidarsi, altro che le cinque liste che abbiamo visto alle ultime amministrative montegranaresi! Altro che preferenze! Altro che rappresentatività! L’attuale Vicesindaco governa Montegranaro con poco più di un terzo dei voti (e quindi rappresentando una parte minoritaria dell’elettorato) ma, se fosse come lui vorrebbe che sia, si andrebbe a governare rappresentando soltanto qualche decina di cittadini. Se è questo il concetto di democrazia che si ha…

Luca Craia

Milano, convegno sulla famiglia. liberi solo di tacere - di Anna Lisa Minutillo



Parliamo troppo spesso di tolleranza, di condivisione, di libertà di espressione, di maturità, ma non perdiamo mai l’occasione per dimostrare quanto poco siamo a conoscenza del vero significato di questi termini e di quanto poco la nostra preparazione, che tanto andiamo decantando come se fosse un ottimo calice di vino rosso, sia completamente inesistente.

Accade ancora, accade tutti i giorni nella vita che velocemente scorre e finiamo con il reputare tutto come normalità, ma di normalità in questa nazione allo sbando non se ne vede poi molta.

A Milano, la città del futuro tutta proiettata su Expo e rilanci vari, si tiene il convegno “difendere la famiglia per difendere la comunità” un titolone che riempie gli occhi e desta interesse ma poi, alla fine, le cose stanno realmente così?

Si parla, fino a che a un giovane studente gay non viene in mente di rivolgere una domanda e qui tutto ha inizio  oppure è l’inizio della fine.

Si chiama Angelo Antinori lo studente che ha deciso di protestare contro il convegno organizzato dalle associazioni cattoliche a Milano; è originario di Palermo, ma vive in Lombardia perché studia giurisprudenza all’Università Bocconi. «Volevo solo fare una domanda, porre una questione in questi convegni senza contraddittorio, dove temi complessi come l’omosessualità sono presentati con troppa semplicità», si giustifica con i cronisti dopo essere stato portato fuori dall’Auditorium. «I rischi sono che istituzioni, come la Regione Lombardia, possano avvalorare le teorie che come minimo richiedono contraddittorio».

Certo è stato un bel fuori programma a cui forse chi prendeva parte al convegno non era pronto a rispondere. Oppure la domanda che il giovane voleva rivolgere loro dava fastidio?

Il ragazzo chiede: «Quanti di voi sanno se il proprio figlio è omosessuale?». La risposta è stata mandarlo via.

Ecco facciamo così, come sempre nella vita si allontanano le cose “scomode” e si fa finta di non vedere quelle realtà che scomodamente, ma in modo conveniente per alcuni, vale la pena di sostenere e di avvallare.

Tutti a spacciare le loro menti come aperte e pronte ad affrontare tematiche delle più particolari e poi quando in uno Stato che dovrebbe essere democratico e aperto al confronto a qualcuno viene in mente di rivolgerla una domanda, senza invadere, con il dovuto garbo, l’unica cosa che si riesce a fare è quella di alzare le mani, strattonare, allontanare, alla presenza di “uomini politici” che sghignazzano copiosamente senza dare neanche il tempo alla platea di comprendere quanto viene domandato?

Si continua a tollerare l’intollerabile in questo Paese che sempre più delude, affama, distrugge sogni e futuro, tutto pur di non guardare dentro le coscienze di quanti si professano credenti, ma qui non si capisce proprio però quale sia questo credo con cui e di cui si riempiono allegramente le loro boccucce.

Cosa spaventa? Cosa non si deve sapere? Cosa sarebbe meglio fare? Uccidere tutte le persone che per un motivo o per l’altro differiscono da noi per qualche piccolo o grande particolare?
Sarebbe questo il modo nel 2015 di risolvere le unicità che fortunatamente esistono e rendono la vita colorata e ricca di sfumature differenti?

Qui bisogna fare gli eroi ogni giorno cari i miei benpensanti! Ogni giorno le persone devono alzarsi e farsi andare bene questo mondo che gli state distruggendo davanti agli occhi sporcandolo di malaffare, di concussioni, di prevaricazioni, di abusi, di sporcizia, di malasanità, di infrastrutture non richieste, di arroganza con cui vi prendete il diritto di rubare il lavoro a chi dignitosamente lo ha sempre svolto facendovi arricchire fino a non poterne più, di falsità e inganni, di promesse mai mantenute.

E  voi?

Voi siete spaventati al solo cercare per una volta di guardare in casa vostra?
Siamo onesti per una sola volta: ai vostri figli regalate attici a spese dei contribuenti, pagate master nelle capitali prestigiose del mondo, pagate anche i vizietti di coca e sballo settimanali, li osservate andare in giro per il mondo senza mai che si rendano utili per la società, mai che prendano una pala in mano per cercare di tirare fuori qualcuno dal fango di cui i loro genitori li hanno ricoperti, mai nessuno che scava fra le macerie, mai nessuno che dia una mano nelle stazioni anche solo per portare un the caldo a chi ne ha realmente bisogno e davvero pensate che con la noia che gli proviene da una vita piena di ogni tipo di eccesso non si siano mai concessi una “scappatella” per vedere com’è e cosa si prova nello stare dall’altra parte della barricata?
Ho capito cosa vi spaventa adesso, per rispondere avreste dovuto togliere l’intero prosciutto dagli occhi e questo fa male si è vero fa tanto male.

Ora andatelo a raccontare alle madri che stanno piangendo tutte queste prevaricazioni sulle tombe dei loro figli che non hanno retto a questo essere sempre additati perché “diversi” e non sto parlando solo dal punto di vista sessuale… diversi nel vestire, diversi perché creativi, diversi perché magari in sovrappeso, diversi perché timidi, diversi perché credevano a un mondo  in grado di lasciare loro lo spazio per potersi esprimere liberamente, sì liberamente proprio così come tanto andate predicando.

Questa sarebbe carità cristiana? Questa sarebbe tolleranza? Questo sarebbe altruismo? Questo sarebbe avere ancora un cuore?

Non mi appartiene un mondo così, non mi appartiene e non voglio mi appartenga mai.
Iniziate a compatire voi stessi per non essere pronti a mettervi in discussione, per non essere pronti ad ampliare le vostre vedute, per la facciata dietro cui vi coprite facendo finta che vada tutto bene,nell’illusione che voi non sbagliate mai, che ascoltate sempre tutti e forse un bel mea culpa (dato che siamo in tema) non ci starebbe male.

Io lo so che non siamo diventati tutti ipocriti, lo so che c’è ancora chi ha voglia di fare domande, lo so che c’è chi non si accontenta di vivere una vita preconfezionata e so anche quanto faccia male vivere in un mondo che non è ciò che vorremmo fosse, ma so anche che immaginarlo diverso vorrebbe dire privarmi delle belle persone che ancora ci sono…


Mad World


martedì 20 gennaio 2015

Le Vergare - aggiornamento al 20/01/2015







Che fine ha fatto lo sportello virtuale del Comune?



C’è una cosa veramente ben fatta da parte dell’amministrazione Mancini: lo sportello virtuale per segnalare problemi o disservizi attivato sulla pagina web del Comune. È un modo pratico per il cittadino di far presenti le varie problematiche di piccola entità che, però, assumono grande importanza per la qualità della vita. Il servizio, fino a poco fa, funzionava bene: c’è un form da compilare e, una volta inviato, arriva sulla casella mail depositata la conferma di ricezione della segnalazione. In seguito arriva anche la valutazione della segnalazione e il tempo stimato per l’eventuale soluzione. In genere la stima è piuttosto esatta. Da qualche tempo, però, ci si ferma ai primi due step che, evidentemente, vanno in automatico. Dopo la conferma di ricezione, però, non succede più niente: non arriva la valutazione e la stima dei tempi di intervento e, soprattutto, non si interviene. Ho segnalato due lampadine bruciate a Porta Spina da due settimane e non mi è arrivata alcuna risposta, tantomeno le lampadine sono state sostituite. Che è successo? Il servizio è subissato di richieste? O qualcuno che lo amministrava è in vacanza? Fatto sta che, per cambiare due lampadine, conferma o non conferma, non dovrebbe volerci molto.

Luca Craia

lunedì 19 gennaio 2015

A proposito della macchina nera




Oltre ventiquattrore fa ho chiesto pubblicamente sulla pagina di Gioventù Libera di confrontare il numero di targa della mia vettura con quello della famosa Ford nera da loro pubblicata. L’ho fatto perché molta gente ha interpretato, chissà come mai, la pubblicazione della suddetta foto come un’accusa nei miei confronti e alcuni pare siano convinti che la Ford nera pubblicata dai giovani vicini al Vicesindaco sia proprio la mia. Evidentemente i ragazzi di Gioventù Libera sono molto impegnati e ancora nessuno ha verificato la corrispondenza della targa riferendo a me e a chi ha visto quella foto se la macchina ritratta risulta essere la mia o no. Dato che, però, non ho piacere che mi si accusi di cose non fatte e dato che la macchina non è certamente la mia (perché so dove parcheggio, perché so riconoscere la mia macchina, perché so di non violare i divieti di sosta) vorrei intanto chiarire. Per questo pubblico la foto della mia macchina con la targa bene in evidenza. In evidenza ci sono anche i cerchioni che sono decisamente diversi e la modanatura cromata sopra la targa che in quella della foto incriminata non c'è. A questo punto se i ragazzi di Gioventù Libera vorranno essere così gentili da chiarire la questione pubblicamente ne sarò loro grato. Altrimenti prenderò atto del fatto che a pubblicare una foto che mette in difficoltà (e crea anche qualche piccolo danno di immagine) una persona che non c’entra nulla ci vuole poco ma a rimediare ci vuole evidentemente di più.

Luca Craia

Stelutis Alpinis - Canzone contro la guerra

Le storie di Monte Franoso – La guerra dei divieti di sosta



A Monte Franoso da diverso tempo c’era un blogger che si divertiva (si fa per dire) a segnalare sul suo spazio virtuale le varie magagne che affliggevano il paesino pubblicando articoli, vignette satiriche e foto di situazioni, come dire, imbarazzanti. Il blog, che si chiamava La Vespa Punge, era molto seguito dai Montefranosini, e molti di loro partecipavano inviando materiale, foto e segnalazioni. Tutto questo non era visto di buon occhio dalla politica locale che mal digeriva la massiccia dose di critiche che arrivava dal blog e la passione per le vignette satiriche che stava contagiando molti cittadini di Monte Franoso.
Uno dei politici più importanti del paese, l’avvocato Andreoni, se la prese molto a male per alcune vignette, foto e articoli critici nei suoi confronti e decise di vendicarsi. Diede istruzioni a un gruppo di fedelissimi che aveva una pagina su Handbook, il popolare social network, di pubblicare una foto che ritraeva una macchina in tutto e per tutto identica a quella del blogger in palese divieto di sosta. Ovviamente la targa era oscurata, come si fa normalmente in questi casi per il rispetto della privacy, ma questo aiutava a generare l’equivoco. Era infatti impossibile verificare dalla targa la proprietà della macchina.
Una volta pubblicata, la foto fece il giro del paese e la gente cominciò a chiacchierare. Dicevano: “visto? Fa tanto il moralista ma anche lui non rispetta le regole”. Oppure: “stavolta c’hanno preso lui in castagna”. L’avvocato e suoi fedeli alimentavano a di persona e sul web la convinzione che la macchina ritratta fosse del blogger stando però molto attenti a non nominarlo mai né ad affermare esplicitamente che quella vettura fosse sua.
La vergogna fu talmente tanta che il blogger decise di smettere di pubblicare sul web e di chiudere ogni attività di questo genere. Il blog fu quindi chiuso e l’avvocato Andreoni andò a festeggiare coi suoi fedelissimi in pizzeria. Pagarono alla romana.
Questo accadeva a Monte Franoso. Chissà se la stessa cosa sarà mai accaduta da altre parti? Chissà se il prepotente di turno l’avrà avuta vinta anche lì?
(ogni riferimento a fatti e personaggi reali è puramente casuale)

Luca Craia

Cofferati e l’esigenza di sinistra



C’è un vuoto a sinistra in Italia. Anche prendendo per assunto il fatto che ormai parlare di destra e sinistra possa essere obsoleto (e forse lo è) in Italia manca una forza politica che si faccia davvero interprete delle reali esigenze delle classi sociali più deboli. Il Pd, anche se derivazione diretta di quel PCI ormai lontano, oggi non è definibile forza di sinistra, se vogliamo nemmeno come forza progressista. Nel tempo si è spostato sempre più verso destra diventando, di fatto, una nuova Democrazia Cristiana senza averne, però, le qualità positive. È un partito di moderati, talvolta tendente a destra (tanto che governa con la destra di Alfano) che ospita per quegli strani meccanismi della politica italiana, gente di sinistra.
A sinistra, invece, c’è il vuoto. Sel è troppo debole, sganciata dalla realtà, poco credibile e, soprattutto, fortemente handicappata dalle sue irrinunciabili radici marxiste, oggi davvero superate. Il Movimento 5 Stelle tutto è meno che di sinistra, semmai è trasversale, ha una forte componente sociale che, a volte, somiglia più alla destra sociale storica che alla sinistra. Manca, quindi, un elemento essenziale che un Paese democratico deve avere: manca la rappresentanza delle classi deboli.
Sono in molti a saperlo: lo ha sempre saputo Civati che spinge verso sinistra da lungo tempo all’interno del Pd ma che non ha la forza necessaria per sganciarsi dal suo partito e avventurarsi in qualcosa di nuovo. Lo sa Cofferati, che forse oggi può davvero prendere le redini di questi vettori e convogliarli verso una nuova formazione. Lo sa Berlusconi, che continua a paventare il pericolo comunista nella certezza che i comunisti non ci sono più ma che un pericolo (per lui) a sinistra potrebbe nascere da un momento all’altro. Lo sa Renzi, la cui reazione alle dichiarazioni di Cofferati denunciano nervosismo e paura.
Perché un nuovo soggetto a sinistra fa paura a molti. Intendiamoci: difficilmente potrà rivedere i fasti del vecchio PCI, difficilmente potrà diventare una delle forze maggiori, ma certamente potrà farsi interprete di tante esigenze finora disattese, dialogare con i nuovi soggetti della nuova politica e soffiare sul collo a quella vecchia, dando voce a quella fetta di cittadinanza (e di uomini politici) che fino a oggi è stata inascoltata.
Forse i fatti liguri si risolveranno con il solito topolino partorito dalla montagna, forse no. Quello che forse sta accadendo è che Cofferati ha probabilmente tolto il tappo a una miscela esplosiva che si è innescata dentro al Pd e prima o poi quella parte di sinistra che ancora sembra essere viva all’interno di questa nuova balena bianca uscirà e andrà a riempire quello spazio vuoto che aspetta da troppo tempo. Poi vedremo se ancora si parlerà di compagni, Marx e proletariato o se si avrà una visione più moderna e agganciata alla realtà dei tempi.

Luca Craia

Passeggiando per Montegranaro

Un nostro lettore (vero, non fittizio, con tanto di messaggio da mettere agli atti) che lasceremo anonimo ci manda queste foto scattate facendo un giro per le vie secondarie (ma non troppo) di Montegranaro.