giovedì 31 marzo 2016

Il Consiglio sull’antenna slitta a martedì. E la maggioranza gioca in difesa.



Brutte notizie dalla riunione dei Capigruppo svoltasi stamattina a Montegranaro. La riunione era stata indetta dal Presidente Antonelli per stabilire la data di convocazione del Consiglio Comunale richiesto dall’opposizione unanime per discutere la questione dell’antenna telefonica di San Liborio e trovare tutti insieme una soluzione. Purtroppo la maggioranza non ha reputato importante agire con tempestività e ha fissato l’assise per martedì prossimo. La motivazione addotta è che, nel frattempo, si potranno fare dei sopralluoghi che possano aiutare a ponderare meglio la decisione da prendere. Il fatto è, però, che si sta perdendo tempo prezioso.
A quanto mi è stato riferito la riunione è stata portata avanti con una certa risolutezza da parte, in particolar modo, del Sindaco, come se si dovesse portare a casa un risultato. Si è iniziato, addirittura, in assenza del Presidente che era sì in ritardo ma stava arrivando e lo aveva fatto sapere. La posizione che è trasparsa da parte della maggioranza è stata di un sostanziale rigetto delle tesi sostenute nel documento di richiesta di convocazione, per cui c’è da attendersi una contrapposizione in Consiglio Comunale.
È un vero peccato, perché in questo frangente sarebbe estremamente opportuna e auspicabile una comunione di intenti tra tutte le forze in campo. Invece l’impressione è che si stia dando valore politico a una questione che, prima di tutto, dovrebbe essere rilevante per il suo impatto sulla salute dei cittadini. È anche un peccato perché si stava verificando una situazione inedita per Montegranaro: la possibilità di affrontare un problema che riguarda l’intera comunità cittadina con spirito unitario. Infine, cosa più grave, si sta perdendo tempo prezioso mentre i lavori di installazione proseguono incessantemente.
Speriamo si corregga la rotta quanto prima, anche se i presupposti non sono buoni e il clima è esattamente il contrario di quello che servirebbe.

Luca Craia

Spieghiamo perché la rotatoria e non il semaforo



Non mi pare che debba essere necessario, perché chiunque guidi un veicolo semovente (non dico una macchina, basterebbe un triciclo) dovrebbe sapere la differenza che c’è tra il percorrere un incrocio regolato da semaforo e uno in cui insiste una rotatoria. Però ho visto diversi commenti su Facebook che si chiedevano perché sprecare soldi per un incrocio dove già ci sono i semafori se tanto la gente, poi, non rispetta né questi né un’eventuale rotatoria. Quando poi leggo articoli di giornale che si pongono la stessa domanda, chiedendosi, appunto, perché bisognerebbe spendere soldi per “una costosa rotatoria” allora, forse, è meglio spiegare, perché sembra ci sia chi non capisce.
La “costosa rotatoria” serve per salvare vite umane. Se diamo per assunto che la vita umana non ha prezzo, la “costosa rotatoria” diventa automaticamente molto economica. Ora vediamo perché le amministrazioni pubbliche di mezzo mondo preferiscono utilizzare la rotatoria anziché il semaforo per salvare vite umane: il semaforo, quando è rosso, indica che bisogna fermarsi ma capita, si sa, che qualcuno non lo faccia, vuoi per distrazione, vuoi per errore, vuoi per un guasto meccanico, vuoi perché si ritiene più furbo degli altri. Quando questo accade chi non si ferma arriva in mezzo all’incrocio a velocità sostenuta e, se incontra un altro veicolo, ci può scappare il morto.
Cosa cambia con le rotatorie? Cambia che, chi non rispetta la precedenza deve comunque rallentare, altrimenti finisce in mezzo alla rotatoria. È facile capire che, per quanto gli incidenti possano ancora capitare, con la rotatoria la loro gravità cala bruscamente proprio per la minore velocità di impatto. Ecco perché una rotatoria è di gran lunga preferibile al semaforo. Ecco perché stanno mettendo rotatorie dappertutto. Ecco perché sarebbe bene metterne un paio anche lungo la Mezzina. Poi se per certi giornalisti i morti contano meno del volere del Presidente della Provincia, questo è un altro paio di maniche.

Luca Craia

mercoledì 30 marzo 2016

E se fossi un anziano senza pc e dopodomani…



Poniamo che io sia un anziano che vive da solo. Non ho un computer, non lo so usare. Ho un telefono cellulare di quelli dell’età della pietra, di quelli coi tastoni larghi per vederli meglio. Non ho una connessione internet, che me ne farei? Ho la televisione e ci guardo la Carlucci il sabato sera e i pacchi tutte le sere. Mi informo come posso: ogni tanto leggo il giornale al bar e cerco le notizie su Montegranaro. Ogni tanto mi ci faccio una risata.
Ho saputo che dal primo di aprile comincia la nuova raccolta differenziata. Il giornale diceva che cambierà tutto, funzionerà tutto meglio. Diceva anche che ci saranno degli incontri per spiegare a quelli come me cosa cambia e come comportarmi. Solo che il primo aprile è dopodomani e io non so che devo fare. Le riunioni non le hanno fatte, non mi è arrivata nessuna circolare. I giornali non dicono niente.
Ho chiesto a mio nipote che ha cercato su Facebook. Dice che sulla pagina del Comune c’è scritto che, al momento, non cambierà niente e che ci faranno sapere loro quello che dobbiamo fare. Ma io Facebook non ce l’ho e se non avessi un nipote come avrei fatto a informarmi?
E poi: è dall’anno scorso di questi tempi che si parla della nuova gestione dell’immondizia. Dal 1 aprile scoppiava la rivoluzione. E invece non cambia niente. Cos’è? Un pesce d’aprile?

Luca Craia