mercoledì 8 marzo 2017

Le donne del terremoto: la burocrazia marchigiana fa più danni del terremoto



“Le istituzioni ci hanno abbandonato, ma io voglio andare avanti, anche se qui nelle Marche la burocrazia sta facendo più danni del sisma". Lo dice all’ANSA Alba Alessandri, allevatrice di Serravalle in Chienti, entrando come ogni giorno nella sua stalla, rischiando che le cada addosso perché non ha alternative, non glie le hanno date. Alba aveva un bell’allevamento di galline ovaiole, ma le ha dovute dare via perché per le galline non sono previste tensostrutture provvisorie. Ha anche i bovini e per le mucche la stalla è prevista ma non si sa quando verrà consegnata. Per ora si va avanti così, rischiando la vita ogni giorno, dentro strutture pericolanti.
Sono passati oltre sei mesi dalla prima scossa, quattro da quella che ha massacrato la zona sibillinica. Quello a cui assistiamo è l’abbandono, lo sfascio, la disorganizzazione. Il sospetto che ci sia una volontà dietro questo pressapochismo si fa sempre più forte, una volontà di affossare un territorio, di desertificarlo, di costringere la gente ad abbandonare paesi e attività commerciali. La burocrazia, questa macchina infernale, è necessaria per il funzionamento della pubblica amministrazione. Ma la politica non è capace di semplificare, di derogare a norme farraginose che bloccano ogni iniziativa, che tengono tutto fermo allo scorso agosto. E non sappiamo, davvero non capiamo, se sia incapacità o una volontà precisa.
                                      
Luca Craia

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