sabato 8 aprile 2017

A un anno dall’antennona, che fine ha fatto il piano antenne?



Cosa accadrebbe se oggi un gestore telefonico venisse a Montegranaro per installare una nuova antenna di telefonia mobile? A distanza di oltre un anno dal caso dell’antenna Vodafone che, ricorderete, era stata installata alla chetichella nel quartiere San Liborio, tra le case, con il placet silenzioso del Comune e, se oggi si verificasse un caso analogo, ci troveremmo esattamente come un anno fa, senza strumenti per intervenire se non il buon senso. È stato il buon senso a indurre la Vodafone a smontare l’apparecchiatura e a rinunciare, ma non si può far conto sempre e solo su quello.
L’anno scorso l’antenna fu installata perché non esisteva una normativa che lo potesse impedire. In particolare mancava il cosiddetto Piano Locazione Antenne, la legge comunale che regolamenta la presenza di tali apparecchiature potenzialmente nocive. Proprio per l’assenza di qualsiasi appiglio legale il Comune di Montegranaro si arrese subito senza nemmeno combattere, dando carta bianca al colosso telefonico. Solo dopo una mobilitazione popolare partita proprio da queste pagine (mi prendo il merito, visto che Perugini si vanta a sproposito), e dopo la forte presa di posizione delle opposizioni unite in un solo intento, anche il Comune fu costretto a intervenire, anche grazie a una mozione presentata in Consiglio Comunale dalle opposizioni e a una petizione firmata da oltre mille cittadini.
In pochi mesi la Vodafone decise di rinunciare. E proprio Perugini promise di mettere mano quanto prima al piano-antenne. Un piano che, in realtà, era già stato programmato o, quantomeno, avrebbe dovuto esserlo in quanto il Movimento 5 Stelle, già a fine 2014, presentò una mozione per sollecitarne l’adozione, mozione che giunse in Consiglio e fu approvata nell’aprile del 2015. Quindi due anni fa.  È passato un anno dall’inizio della vicenda dell’antenna di San Liborio e due dall’approvazione della mozione e, finalmente, il Piano Locazione Antenne è arrivato in bilancio. Quindi lo avremo presto? No.
Non lo avremo presto, come ha ribadito lo stesso Perugini nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale. Occorre prima redigere il bando, espletarlo, per poi partire con i lavori. Per rendere efficace un piano antenne, per metterlo al riparo dalle recriminazioni popolari che immancabilmente susciterà, sarà necessario lavorare con la massima partecipazione della cittadinanza, incontrando la gente, capendo i loro problemi e facendo capire cosa la presenza di un apparato di quel tipo possa comportare. Insomma, dove piazzare eventuali nuove antenne va deciso insieme ai cittadini, almeno se si vuole la famosa partecipazione di cui tanto si parla e quasi mai si applica. Una volta incastrate tutte le tessere del puzzle su può redigere il piano.
Occorre tempo, quindi. Ma alla fine del mandato di questa maggioranza manca poco, giusto un paio d’anni. Si riuscirà a giungere all’approvazione del Piano-Antenne entro la scadenza della consiliatura? È auspicabile ma non scontato. E sarebbe un problema, perché un’eventuale nuova maggioranza potrebbe non condividere quanto deciso dall’attuale e rifare tutto da capo. COnsieguenza: altro tempo perso, soldi sprecati (sono 18.000 Euro quelli impegnati in bilancio per redigere il piano) e il rischio concreto che, arrivasse una nuova Vodafone a piazzare un’antenna, non ci sarebbero strumenti per contrastarla. Con buona pace delle medaglie autoassegnatesi da Perugini.

Luca Craia

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