mercoledì 5 aprile 2017

Carabiniere di Monte San Giusto: attesa infinita e rischio risarcimento per il ladro.



Siamo al quarantesimo giorno di attesa per l’appuntato di Monte San Giusto che, ricorderete, colpì un malvivente, uccidendolo, con un proiettile partito nel tentativo di evitare di farsi uccidere a sua volta dal medesimo. Un’attesa lunghissima, è facile immaginarlo, oserei dire disumana, in cui il naturale travaglio che un uomo retto subisce per aver ucciso un altro uomo, per quanto involontariamente, viene gravato del fardello del non sapere quale futuro si avrà, una spada di Damocle che potrebbe implicare sia l’archiviazione del caso, come ci si aspetterebbe, ma anche un rinvio a giudizio e, addirittura, un procedimento civile per risarcimento danni.
Sì, perché in Italia è possibile anche questo. È possibile che la famiglia di un delinquente che perda la vita nell’atto di delinquere possa essere risarcita. Ci sono casi importanti con cifre altrettanto importanti nella giurisprudenza recente. Ci sono leggi contraddittorie soggette all’interpretazione del giudice. C’è un garantismo degenerato che induce alcuni giudici a schierarsi dalla parte di chi delinque piuttosto che da quella di chi legittimamente si difende o, addirittura, di chi, per proprio dovere, difende i cittadini. Come in questo caso.
Ieri il Carabiniere di Monte San Giusto è stato sentito dal giudice, finalmente, e quindi il quadro dovrebbe essere completo, tra perizie e rilievi. Quindi si dovrebbe andare verso l’archiviazione del caso. Ma, anche in questa ipotesi, c’è la possibilità che la famiglia del ladro ucciso possa intentare un’azione civile per ottenere un risarcimento. E potrebbe anche ottenerlo, anche se è dimostrato che il loro congiunto era un criminale, ladro e potenziale assassino, visto che tentò di uccidere lo stesso carabiniere e gli altri suoi colleghi.
Credo che un tutore dell’ordine non debba essere sottoposto a questo castigo, perché di castigo si parla, quando si tiene una persona per decine di giorni nell’attesa di sapere. Credo che non si possa nemmeno contemplare la possibilità che un tutore dell’ordine debba rischiare di dover pagare un risarcimento per un’azione compiuta nell’adempimento del proprio dovere. Credo che questa storia, come tante altre prima, testimoni come il nostro Paese stia andando verso una deriva dottrinale e ideologica che, se da un lato crea immensi danni all’ordine pubblico, dall’altro genera un’esasperazione nei cittadini che non può portare a nulla di buono. Uno Stato civile e moderno deve avere leggi chiare, facilmente applicabili, difficilmente sottoponibili a interpretazione. Deve avere sanzioni giuste e inevitabili. E chi difende il cittadino deve essere tutelato e non può temere nulla dallo Stato che serve.  


Luca Craia

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