sabato 15 aprile 2017

La legge non ci piace? Secondo i radical fermani basta disobbedire.


L’incapacità di articolare il ragionamento e calibrarlo con la realtà perché si è talmente indottrinati, talmente condizionati dall’ideologia, talmente calati nel ruolo del santone buono e salvifico, è il grosso limite di quella parte politica e sociale che oggi chiamiamo radical, ma che eredita la parte peggiore della morale comunista. Orfani del proletariato, dal quale si sono allontanati preferendo i salotti di alcantara e i maglioncini di cachemire alle fabbriche, ora si riciclano come tutori del povero immigrato maltrattato dagli sporchi Italiani razzisti. Arrivano oltre ogni limite nella loro lotta post-sociale, addirittura invitando le Istituzioni a non applicare la legge dello Stato.
È quello che fa, in maniera invero non sorprendente, l’estrema sinistra fermana (quella stessa che, la scorsa estate, accusava Fermo e tutto il suo territorio di razzismo), all’opposizione, naturalmente, esortando il Comune di Fermo a non applicare la legge “Minniti-Orlando” perché, secondo gli ex paladini del proletariato che non interessa più, questa legge dello Stato, a loro non piace. Ritengono, i radical del Fermano, che la legge sia “di stampo autoritario” e per questo presentano in Consiglio Comunale un apposito ordine del giorno.
Non voglio scendere nel dettaglio della legge caduta nel mirino dei nostri paladini dell’immigrato, ma vorrei sottolineare come queste organizzazioni, come dicevamo, non ritengano di muovere azioni politiche, contro una legge che ritengono ingiusta, cosa che sarebbe pienamente legittima, ma chiedono semplicemente di “disobbedire” alla legge, contraddicendo le loro stesse funzioni in quanto forze rappresentate all’interno delle Istituzioni.
Insomma, secondo questo ragionamento, sarebbe legittimo non applicare qualsiasi legge sia contraria ai nostri principi, cosa che, così a prima vista, parrebbe piuttosto pericolosa. Pare che la questione arriverà in Consiglio Comunale e lì vedremo quali saranno i cattivoni razzisti che bocceranno la richiesta che odora di santità ma, nel contempo, si mostra un totale distacco dalla società nonché una certa disinvoltura nel ruolo istituzionale. Nei salotti radical il problema immigrazione è solo una questione di principio.

Luca Craia

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