sabato 1 aprile 2017

Manifestazione a Roma per tenere accesi i fari sul terremoto.

Una manifestazione diffusa, non soltanto a Roma ma in tutti i paesi più rappresentativi del cratere del terremoto che ha colpito il Centro Italia. È l’esasperazione a farsi vedere con forza, più forte delle legittime rivendicazioni, più forte dei diritti negati. La gente è al limite della sopportazione e lo sta dimostrando. Ma manca la solidarietà nazionale, è come se questo angolo d’Italia, dopo l’iniziale slancio di generosità, sia stato dimenticato dagli Italiani, quasi come se pensare a quello che stanno passando i terremotati del Centro faccia troppo male, quasi come si preferisca non pensare a una cosa tanto brutta.
Nel contempo i media stanno spegnendo le luci. Lo notavo negli ultimi giorni leggendo i dispacci ANSA: quelli riguardanti il terremoto, che fino a qualche tempo fa erano frequenti e assidui, stanno sparendo. E se spariscono dall’ANSA, figuriamoci sulle pagine dei grandi quotidiani nazionali. La stampa di regime fa il suo lavoro e cerca di smorzare l’emotività di questa situazione non parlandone, cerca di evitare che il malcontento di chi vive questa tragedia e si vede abbandonato dalle Istituzioni nazionali di diffonda e crei un’onda di protesta difficile da controllare. Quindi la stampa va verso un silenzio progressivo e programmato, lasciando la cronaca di questa assurda situazione ai giornali locali e agli spazi autogestiti come questo che, tutto sommato, tanto danno non fanno.
Ben venga quindi una nuova manifestazione perché riaccende qualche riflettore, fa tornare il problema alla ribalta e obbliga gli organi di informazione a tornare a parlare di terremoto. Obbliga anche il Presidente del Consiglio a dire l’ennesima banalità, ma gli tocca farlo sulla ribalta nazionale, e qualcuno ricorderà questo ennesimo impegno quando verrà disatteso.
È fondamentale tenere accesa l’attenzione. Non bisogna farsi prendere dalla rassegnazione, non bisogna in alcun modo dividersi. Soprattutto non bisogna lasciare che queste terre vengano distrutte non dal sisma ma da una volontà politica indicibile e vergognosa.
(foto Rita Altarocca)

Luca Craia

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