lunedì 24 aprile 2017

Terremotati: dividersi fa più danni del terremoto. Lo sfogo di Pazzaglini.



Prendo spunto dallo sfogo pubblicato ieri dal Sindaco di Visso, Giuliano Pazzaglini, sul suo profilo Facebook. Pazzaglini è noto per essere uomo di azione ma pacato e riflessivo e, se si è lasciato andare a una riflessione amara e forte come quella, è evidente che la situazione è tutt’altro che rosea. Pazzaglini punta il dito contro chi attacca la sua amministrazione e invoca l’unità tra i terremotati, dichiarando nel contempo poche speranze di ottenerla. Vi copi e incollo quanto scritto dal Sindaco:

“Dovrebbe insegnare qualcosa ai troppi idioti che con l'acqua alla gola ancora credono che attaccandoci tra noi si danneggia solo l'altro... siamo tutti sulla stessa barca, siamo più o meno tutti sulla stessa situazione (ovviamente a parità di danno)... serve l'impegno di tutti per sperare di risollevarci... anche se nn mi illudo che certi individui riescano a capirlo... accecati da anni di odio non si rendono conto di dove siamo... come cani che azzannano nonostante l'acqua alla gola per cui conta solo stringere più forte... chissenefrega se poi affogano anche loro... l'unica cosa che conta è abbattere il nemico...”

Ovviamente Pazzaglini parla dal suo punto di vista. Dal mio, che guardo il tutto col distacco di chi non ha alcun interesse particolare ed economico nelle zone del cratere e che si interessa della questione per amore verso quella terra e verso la verità, il ragionamento del Primo Cittadino di Visso va ampliato. In effetti è da molto che noto il sorgere di conflitti interni tra le vittime del terremoto, conflitti tra i residenti e i possessori di seconde case, tra chi è rimasto e chi è stato sfollato sulla costa, conflitti con le amministrazioni comunali, conflitti, soprattutto, di matrice politica tra chi difende l’operato di Governo e Regione e chi giudica i fatti.
Credo che questi conflitti facciano molto male. Potenzialmente le divisioni, in una situazione estrema come questa, possono causare più danni del terremoto stesso. Il problema principale, dopo il sisma, è la lentezza con la quale si stanno approntando le soluzioni che, a 175 giorni dall’ultima grave scossa, ancora sono molto lontane. Sia che si pensi a una volontà politica diretta allo spopolamento delle aree colpite, sia che si imputino i ritardi all’incapacità di chi gestisce l’emergenza, dividersi gioca contro l’interesse dei terremotati stessi.
È ovvio che ci sia un’esasperazione tangibile e giustificabilissima, ma occorre rimanere razionali e, soprattutto, non smettere di fare fronte comune. Non ci possono essere divisioni tra terremotati, non si può non lavorare all’unisono tra cittadini e amministrazioni locali. È uno sforzo necessario e imprescindibile. E, per quanto riguarda coloro che strumentalizzano politicamente la situazione o ragionano coi paraocchi ideologici, vanno solo ignorati.

Luca Craia

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