venerdì 5 maggio 2017

A Monte San Giusto l’auto di Falcone. L’Italia che non si arrende gira l’Italia.



Per l’iniziativa “La Memoria in Marcia”, il 7 e l’8 maggio prossimi, domenica e lunedì, la teca contenente i resti della Quarto Savona Quindici, la vettura in cui trovarono la morte gli uomini della scorta di Giovanni Falcone e della moglie, Francesca Morvillo, nell’attentato mafioso del 23 maggio 1992, sarà in mostra a Monte San Giusto, in piazza Aldo Moro. I resti della vettura arriveranno alle 18:00 di domenica per ripartire alle 12:00 di lunedì. In questo lasso di tempo ci sarà la possibilità di vedere con i propri occhi di quanta mostruosità è capace l’uomo.
È previsto un interessante incontro pubblico, domenica alle 21:00, in cui interverrà Tina Montinaro, presidente dell’associazione Quarto Savona Quindici e vedova di Antonio Montinaro, il capo scorta di Falcone morto nella strage di Capaci.
Mio marito Antonio, Rocco e Vito - ha commentato Tina Montinaro - non volevano essere eroi, non sfoggiavano il completo da Superman, erano uomini con paure come tutti ma mai vigliacchi. Scortavano un uomo che stimavano e per il quale come è accaduto, erano pronti a dare la propria vita. L'auto su cui viaggiavano è un blocco di lamiere accartocciate, vedendola si percepisce subito cosa sia rimasto dei corpi di quei 3 ragazzi. Tocchi con mano la brutalità della mafia, l'orrore infinito di cui si è resa responsabile. E noi per questo vogliamo che la teca sia a Palermo, per ricordare a tutti di cosa sono stati capaci quei mostri e per dire a testa alta che nonostante tutto, non hanno vinto loro”.
La Quarto Savona Quindici sta compiendo un giro per l’Italia toccando, oltre che Monte San Giusto, Peschiera del Garda, Sarzana, Pistoia, Riccione, Napoli, Vibo Valentia e Locri, per arrivare alla caserma Lungaro di Palermo il 21 maggio, da cui era uscita quel 23 maggio di venticinque anni fa per non tornarci più. Questo tour del coraggio e della memoria è stato organizzato dall’associazione e dalla Polizia di Stato perché sia da monito alle generazioni future e tenga viva la coscienza civile e la legalità in Italia. Credo che la visione delle lamiere non sia un bello spettacolo, non debba essere un luogo da selfie, ma un’occasione per riflettere sul nostro futuro guardando il passato.

Luca Craia


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