Quando a darti una strigliata in fatto di efficienza è
nientepopodimenochè Fabrizio Curcio, capo Dipartimento della Protezione Civile
che, in fatto di efficienza, potrebbe tornare tranquillamente all’asilo nido,
credo che ci sia quantomeno da farsi un esamino di coscienza. E la strigliata
non è su un argomento di poco conto ma su una cosa seria, serissima.
Le estati si fanno sempre più torride e questa, almeno in questi primi
giorni, sembra essere più torrida che mai, con una siccità molto severa che sta
mettendo a rischio l’ecosistema di tantissimi bacini idrici e il fortissimo
rischio di incendi. Del resto quello che è accaduto pochi giorni fa in
Portogallo dovrebbe essere un monito sufficiente per chiunque. Invece, nelle
Marche, si è in tutt’altre faccende affaccendati tanto da giungere alla fine di
un giugno rovente e potenzialmente pericolosissimo, senza un piano antincendio
adeguato e, soprattutto, senza mezzi aerei adatti allo spegnimento degli
incendi.
Eppure siamo una regione boschiva, specie nella zona già colpita dal terremoto, con grandi spazi ancora, per
fortuna, destinati alla macchia. Ciononostante ad Ancona non ci pensano nemmeno
di attrezzarsi per combattere un pericolo che sembra tutt’altro che remoto.
Siamo in buona compagnia, intendiamoci, perché nemmeno altre amministrazioni
regionali del centro Italia, come Abruzzo e Umbria, stanno dormendo sonni
beati. E allora Curcio suona la sveglia, anche se, volendo essere precisi,
anche Curcio non è che se ne sia accorto presto. E tutto questo spiega molte
cose e solleva la solita domanda: ci sono o ci fanno?
Luca Craia
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