mercoledì 26 luglio 2017

Viale Gramsci. Un progetto nato male.




Cominciano, anzi, ricominciano a evidenziare i problemi, i commercianti di viale Gramsci. Sono quegli stessi commercianti che si opposero al progetto di “lifting” voluto a ogni costo dal Comune di Montegranaro e, in particolare, dall’assessore Perugini. Si erano opposti, insieme a tanti cittadini, raccogliendo oltre mille firme per far desistere l’Amministrazione Mancini da questo intento, ma non sono stati ascoltati e il progetto è andato avanti.
Un progetto che ha presentato fin da subito evidenti incongruenze, come se chi lo avesse pensato non avesse mai visto i luoghi che stava disegnando, e a dimostrarlo è il problema che si manifesta ora con il monumento del Bersagliere che, a quanto pare, si scopre solo ora che non sia possibile spostarlo altrove altrimenti si rischierebbe di sbriciolarlo. Ed è lecito domandarsi come mai questa cosa non fosse stata compresa prima, quando si faceva il progetto.
Il risultato è un marciapiede che non è un marciapiede e non è una strada, dove non c’è spazio sufficiente per far camminare contemporaneamente i pedoni e le auto. Il risultato è la mancanza una demarcazione tra la parte carrabile e quella pedonale, tra l’altro prevista dalla normativa vigente. Il risultato è la mancanza del percorso tattile per i non vedenti. Il risultato è un fondo in porfido che non potrà non dare problemi, specie in inverno con le intemperie. Il risultato è che rimane difficile pensare a come possa funzionare il tutto quando verrà riaperto al traffico.
E la riapertura al traffico tarda, soprattutto di questo si lamentano i commercianti guidati da Laura Bisacci. Sono mesi che gli affari sono rallentati dalla presenza del cantiere e anche oggi che la zona principale del viale è libera, la situazione non migliora. Questa, forse, è la cosa più grave: non c’è gente. Sì, quando si fanno eventi il viale si riempie, ma si potevano fare eventi in piazza e riempire quella, senza spendere 500.000 Euro. Il resto del tempo il marciapiede è un deserto. A questo punto c’è da chiedersi a cosa sarà servito questo cospicuo investimento, fatto sottraendo denaro a progetti che, probabilmente, erano prioritari anche se meno appariscenti. Aspettiamo: qualcuno, forse, ci risponderà. Si spera senza insultarci come si fa di solito.

Luca Craia

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