Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato
stampa dei Gruppi Consiliari alla Regione Marche di Lega Nord, Forza Italia e
Fratelli d’Italia
Un anno dopo quella prima scossa che ha
devastato un’ampia zona delle Marche e dell’Umbria, avremmo voluto tracciare un
bilancio di quanto è stato fatto. Avremmo voluto parlare di una ricostruzione,
leggera e pesante che sia, che procedesse spedita. Avremmo voluto parlare di
casette già date a tutti gli sfollati.
Avremmo voluto parlare di stalle nuove al
posto di quelle distrutte. Avremmo voluto parlare di un’economia rurale e
montana che aveva ripreso a camminare. Avremmo voluto un bilancio in attivo. Avremmo
voluto che le proposte da noi avanzate fossero state almeno discusse in quanto
frutto anche dell'ascolto diretto del territorio.
Avremmo voluto essere coinvolti, così come
più volte richiesto, in un tavolo di programmazione e verifica delle azioni
messe in campo.
Avremmo voluto.
La realtà è ben diversa. Un anno dopo, 4
decreti governativi, 35 ordinanze del commissario per la ricostruzione e tutto
tace. L’unica novità le dimissioni di Errani. Il resto, tutto il resto, sono le
montagne di macerie ancora da portare via. Sono le migliaia di casette che
ancora mancano all’appello. Sono le migliaia di sfollati che ancora non sanno
come e quando potranno tornare nei luoghi dove vivevano. Sono tantissimi gli
studenti che si accingono ad un nuovo anno scolastico all’insegna del precariato.
Sono centinaia gli allevatori che si preparano ad un nuovo inverno caratterizzato
dall’emergenza.
E le infrastrutture? Strade ancora
impercorribili. Un disastro nel disastro reso ancora più insopportabile da una
burocrazia cieca ed ottusa che ha prodotto astruse normative per l’accertamento
dei danni subiti e per
gli eventuali risarcimenti. Ecco, di carta
ne è stata prodotta tantissima. Di fatti poco o niente. E la certificazione è
dello stesso Governo che ha prolungato al 28 febbraio 2018 lo stato
d’emergenza.
È la certificazione di un fallimento. Di
chi la colpa? A sentire Errani, nell’ormai famoso audio pubblicato da un noto
settimanale è delle regioni, le regioni rimandano al commissario e così via. Un
brutto rimpallo delle responsabilità sulla pelle della gente.
Oh! Certo, di passerelle ne abbiamo viste
tante. Dapprima tutti con il caschetto, poi solo alcuni e infine niente più
caschetto ma tutti con la stessa aria solenne e le parole d’ordinanza del tipo
“non vi lasceremo soli”, “il Paese si stringe con voi”, “avete tutta la
solidarietà della Nazione” o anche “i soldi ci sono”, “ricostruiremo” …
E mentre le solenni dichiarazioni
tracimano dai tg, dalle radio, dai giornali, dopo un anno i centri storici di
tante città marchigiane sono ancora intransitabili e in alcuni di essi, le
macerie vengono tenute a bada da palizzate in legno.
Nei giorni drammatici del terremoto
dell’Aquila, in appena 100 giorni l’allora governo Berlusconi realizzò 5.635
abitazioni per 25mila persone. Nelle Marche, invece, dopo 365 giorni gli
sfollati vivono ancora una disarmante precarietà. E lo stesso Renzi ha dovuto riconoscere:
«Nelle Marche siamo indietro». Le casette
ordinate in tutto il cratere sono quasi
3.800, quelle consegnate appena 344.
E Ceriscioli che fa? Plaude al nuovo corso
del dopo Errani, che (forse) darà più potere alle Regioni. Noi invece siamo
preoccupatissimi vista l'inconcludenza e l'inefficienza dimostrata dall'Ente in
questi mesi, e soprattutto l'incapacità di dare risposte in tempo reale .
Nessun commento:
Posta un commento