giovedì 3 agosto 2017

Casini: nuova versione. Non più aggressione verbale ma minacce. Chi avrà ragione? Casini 1 o Casini 2?



A volte basterebbe l’umiltà di chiedere scusa, anche se, in questo caso, servirebbe solo magari a calmare la delusione e la rabbia che deriva dalla visione di un’arroganza di altri tempi da parte di una persona potente, certo non a mitigare l’amarezza di un anno di nulla politico. Invece la Vicepresidente della Regione Marche, Anna Casini, protagonista di un brutto episodio in cui la stessa ha apostrofato col termine “gentaglia” due rappresentanti dei terremotati. La storia è nota e ne ho già scritto (leggi articolo).
Poi è giunta la versione della signora Casini rilasciata sulla pagina Facebook di Genziana Project (leggi articolo) in cui la Vicepresidente accusava le due signore di Arquata (una, in verità, lo è solo di origine) di averla aggredita verbalmente. Ora, non paga, Anna Casini rilascia una nuova versione, questa volta sul proprio profilo Facebook. Eccola:

Mi trovo a dovermi difendere da un'accusa che mi rappresenta come una politica lontana dalla realtà e soprattutto supponente nei confronti dei terremotati, di cui invece ben conosco il disagio e di cui posso capire la frustrazione. Mentre ero in Consiglio Regionale sono stata chiamata da un collega consigliere che mi ha chiesto di uscire a salutare due sue ospiti di Arquata. Sono uscita con piacere contenta anche di aver approvato una norma che semplificherà le procedure urbanistiche, norma scritta in base alle esigenze dei cittadini, dei sindaci e dei tecnici. Appena arrivata mi è stato detto che le signore lamentavano il mancato coinvolgimento nella stesura della norma e quando mi sono avvicinata le signore mi hanno verbalmente aggredita con battute ingenerose e ironiche soprattutto quando ho chiesto loro se fossero residenti ad Arquata. Sentendomi minacciata, peraltro in un luogo istituzionale, ho chiesto che le signore venissero allontanate.
Ho vissuto direttamente il terremoto ad Accumuli il 24 agosto e dal 24 agosto ho sentito il dovere non solo
Istituzionale di lavorare ogni giorno inclusi sabato e domenica per le zone terremotate e se molte risorse sono state ottenute è anche per merito della mia tenacia. Sono stata ad Arquata il 24 agosto all'alba e ci sono rimasta per settimane, ci sono stata (può confermarlo Angelo Lavia) con la Salaria chiusa e con due metri di neve, ci sono stata alla consegna dei lavori delle platee di Pescara con i vigili del fuoco che spalavano la neve e ho seguito i lavori per aprire la slavina che aveva bloccato diverse persone a Colle, ero domenica pomeriggio a Spelonga a controllare i lavori delle sae. Convinta dell'importanza di una critica costruttiva nei confronti dell'operato delle istituzioni, credo tuttavia che sia lecito difendersi quando si diventa bersaglio di insulti ingiustificati.

Quindi non c’è più l’aggressione ma una richiesta di incontro. Non è mai esistito l’episodio nel corso del Consiglio Regionale, che sarebbe politicamente gravissimo e, non essendovi alcuna smentita, dobbiamo comunque prendere per veritiero il fatto dell’insulto alle due signore di Arquata, chiamate “gentaglia”. In ogni caso, questo seconda versione non giustifica in alcun modo l’allontanamento delle due da parte della Casini, anzi, mostra inequivocabilmente un forte nervosismo unito alla succitata arroganza. Dalla seconda versione, infatti, non traspare alcun motivo per motivare la richiesta di allontanamento delle due donne e la presunzione di minaccia appare pretestuosa e preoccupante.
La versione delle due donne, invece, rimane invariata e quindi faccio fatica a prendere sul serio le due storie diverse raccontate dalla Vicepresidente. Speriamo non venga fuori una terza versione ancora, al che dovremmo davvero preoccuparci. Fatto sta che, gira gira, la questione si fa sempre più grottesca. Penso ad altri tempi e ad altri politici, quelli di una volta che non sarebbero mai scesi a questi livelli ma che, se proprio avessero perso per un secondo più che la calma, la ragione, avrebbero comunque cercato di mitigare, mediare, trovare un punto di contatto e non di scontro.
La Casini dovrebbe chiedere scusa, comunque siano andate le cose, perché un appellativo come quello usato e mai smentito è gravissimo, come è gravissimo non ascoltare le ragioni dei cittadini, specie se, come nella seconda versione si dichiara, si è andati appositamente a cercarli per questo. Che i cittadini siano esasperati è logico e non c’è da aspettarsi nulla di diverso. Farli sbattere fuori dai luoghi istituzionali, senza una ragione plausibile, è decisamente anacronistico e richiama tempi in cui chi governava non era stato mai eletto, né con 75 né con 7500 preferenze. Oggi, grazie a Dio, ancora un po’ di democrazia c’è e certi politici meglio farebbero a occuparsi d’altro. Credo fermamente nella assoluta necessità che Anna Casini rassegni le proprie dimissioni, anche per rispetto a se stessa.


Luca Craia



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