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martedì 17 gennaio 2017

I comuni “car friendly” e l’opportunismo di non fare le multe



Ogni volta che leggo che un Comune sia car friendly perché non fa le multe mi viene una sincope. È come dire che la sanzione è sbagliata, che la norma è sbagliata e che si può tranquillamente disattenderla. Stamattina leggevo sul Corriere Adriatico di quando siano buoni a Monte Urano che non fanno le multe, e ripensavo anche ai colleghi montegranaresi che hanno dichiarato la stessa cosa a fronte di un monte contravvenzioni annuo che definire ridicolo è un eufemismo.
Non fanno le multe, i Sindaci moderni, perché loro non fanno cassa in questo modo. No, loro preferiscono fare cassa con le tasse, facendole pagare a tutti, anziché sanzionare chi ha un comportamento sbagliato. Fare le multe è brutto, secondo questi illuminati amministratori, perché si diventa brutti e cattivi. Ma soprattutto, e diamolo una volta per tutte scansando l’ipocrisia dal campo, fare le multe fa arrabbiare la gente e c’è il rischio che poi, la gente, quando va a votare se ne ricordi.
Si tratta di ipocrisia, infatti, non di essere buoni e garantisti. La sanzione è uno strumento previsto dalla legge e ha una duplice funzione: punire ed educare. Non fare le multe equivale a legittimare il comportamento errato, e lo vediamo bene, nelle nostre zone, quanto sia considerato legittimo ignorare bellamente il codice della strada. Ma i nostri amministratori non vogliono far cassa con le multe. Magari fanno cassa con le imposte sui rifiuti, con quelle sull’occupazione del suolo pubblico, con le addizionali. Ma con le multe non sia mai: il cittadino multato è un cittadino arrabbiato, e un cittadino arrabbiato può farti perdere un sacco di voti. Che parcheggi dove gli pare.

Luca Craia

sabato 17 dicembre 2016

Invariati gli incassi per le multe. Poche contravvenzioni. E i soldi che fine fanno?



Sostanzialmente invariato il gettito derivante dalle multe per contravvenzioni al codice della strada a Montegranaro. Quest’anno si attesta, nel periodo 1 gennaio – 11 novembre, a 30.3012,09 Euro, una cifra che, proiettata al 31/12 in maniera proporzionale, supera di poco la cifra raccolta nel 2015. Se si vede bene, si tratta di un importo davvero esiguo considerata la popolazione di Montegranaro ma anche l’evidente propensione alle violazioni al codice, facilmente riscontrabile girando per le nostre strade.
Poche multe, quindi, e una politica di educazione del cittadino che non rispetta il codice che non muta negli anni, lasciando le cose invariate con tutte le conseguenze relative alla viabilità ma anche e soprattutto alla diseducazione imperante. Evidentemente manca la volontà politica di intervenire in un settore in cui si rischia l’impopolarità a fronte di un miglioramento delle condizioni di vita generali.
Rimane poi il dubbio circa come verranno spesi questi soldi. In base all’articolo 208 del Codice della Strada, i proventi delle multe dovrebbero essere destinati ad attività legate alla sicurezza stradale. Negli anni passati queste somme sono state spese in tutt’altre iniziative. Quest’anno, nella determina di accertamento di tali somme, non si parla di come debbano essere destinate. Speriamo che, per quanto sia esigua la cifra, possa essere spesa secondo la legge e a beneficio reale della popolazione.  

Luca Craia
                         

mercoledì 6 maggio 2015

Perché l’Ape ce l’ha coi parcheggi creativi



A qualcuno sembrerà una specie di fissazione, una forma maniacale, qualcuno magari lavora anche per far passare questa visione tanto per screditare un po’ una rottura di scatole, per cui credo sia opportuno spiegare perché questo blog e la relativa pagina Facebook si accaniscono tanto nel pubblicare e denunciare quelli che qui definiamo “parcheggi creativi”.
Il parcheggio creativo, ossia quel modo diffuso ovunque ma particolarmente amato a Montegranaro di lasciare la macchina dove capita, in barba a divieti e codice della strada nonché al rispetto per il prossimo, è un malcostume, se vogliamo, di lieve entità che talvolta può creare disagi anche gravi. Una vettura parcheggiata ostruendo la circolazione non è solo un peccato veniale. Una vettura parcheggiata indebitamente sui posti riservati ai disabili è inqualificabile.
Ma non è solo questo il motivo per cui mi piace (e piace anche a tanti lettori, visto che la maggior parte delle foto che pubblico arrivano da loro), anzi: il motivo principale è che questo malcostume è un simbolo. Simboleggia arroganza e presunzione. Simboleggia quell’atteggiamento molto diffuso nel nostro paesello che dice “c’ho i soldi e faccio come mi pare, fammi la multa che la pago”. Simboleggia, in alcuni casi (quando la macchina è del politico o, addirittura, dell’istituzione) quel modo italiano di utilizzare il potere, quell’impunità che deriva dalla carica o dalla divisa. Pensateci: non è cosa da poco. Questi atteggiamenti sono alla base di comportamenti ben più gravi, di un’impostazione culturale profondamente sbagliata, socialmente dannosa.
La gente si arrabbia molto quando vede la propria macchina immortalata sull’Ape Ronza. Si arrabbia perché ognuno crede di non fare nulla di male, “che sarà mai, cinque minuti, vado di fretta”. Ma se una regola c’è va rispettata. E la devono rispettare per primi quelli che le regole le fanno e quelli che devono fare in modo che gli altri le rispettino. Quando pubblicai la foto di una macchina di quelle col lampeggiante parcheggiata nei posti riservati ai disabili, ricevetti una telefonata dal responsabile di quella vettura che, invece di giustificarsi, mi disse “non ti preoccupare Craia, che a te ci penso io”. Brividi. I politici ripresi nei loro parcheggi creativi vanno su tutte le furie e mi insultano “a pezza” su Facebook. Questo mi dice che sto facendo bene. Continuerò.

Luca Craia